Nel cuore della Sicilia adagiata in un paesaggio incantevole disegnato da delicate colline ricoperte di mandorli, ulivi, filari di vigne e dorate spighe di grani antichi sorge Caltanissetta, l’antica Kalat el Nisa, il castello delle donne come la chiamarono gli arabi quando nell’846 vi si insediarono.
Caltanissetta da scoprire nella sua più profonda identità è un intreccio affascinante di storia, cultura e tradizioni. Una città fatta di luoghi fisici , di luoghi della memoria e di luoghi dell’anima. I luoghi reali sono racchiusi nel suo centro storico: la piazza Garibaldi, dominata dalla fontana del Tritone e dal prospetto delle cinquecentesche Chiese di San Sebastiano e di Santa Maria la Nova la cattedrale al cui interno è possibile ammirare gli affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans.
E poi Il Palazzo Moncada, costruito nel Seicento per volontà del principe Luigi Guglielmo I Moncada, feudatario della contea nissena. Lo splendido edificio oggi è sede del museo dedicato alle opere dello scultore nisseno Michele Tripisciano.
I luoghi reali della città si incontrano ancora nella chiesa di Sant’Agata al Collegio con le splendide decorazioni in marmo e stucchi. Nel quartiere arabo con i suoi cortili, i vicoli e le antiche case dai tetti bassi. Nello storico e colorato mercato cittadino della stratafoglia animato ad ogni ora del giorno e della notte. E Poco fuori città Nella bellissima abbazia di santo spirito edificata intorno all’undicesimo secolo per volere del conte Ruggero e di sua moglie Adelasia. Dominata al suo interno dalla magnifica e preziosa tavola del Crocifisso dello Staglio.
Caltanissetta e la sua memoria rivivono nel paesaggio definito altopiano gessoso solfifero che sul finire dell’Ottocento fece della città la capitale mondiale della produzione di zolfo. Sospesa tra splendori e tracolli, la realtà mineraria fu soprattutto una delle pagine più sofferte e tragiche della storia nissena.
La Caltanissetta dell’anima si ritrova ogni anno nelle feste religiose un’esplosione di passione e fede come nella Settimana Santa quando le strade diventano teatro di fervore e devozione espresse con grande partecipazione popolare durante il corteo della Real Maestranza, nella struggente processione del Cristo Nero o nello spettacolare corteo delle vare, i sedici gruppi statuari a grandezza naturale che vengono fatti sfilare la sera del Giovedì Santo. L’anima dei nisseni riemerge ancora in occasione della festa del suo patrono san Michele, il 29 settembre quando tutta la popolazione si stringe attorno al suo santo patrono l’arcangelo che vince il male, colui che liberò la città dalla peste. La festa si svolge in un tripudio di luci e colori che illuminano il cielo mentre il simulacro seicentesco viene portato a spalla dai devoti che procedono scalzi intonando preghiere, canti e invocazioni.
Caltanissetta e la sua identità riesplodono nei sapori della gastronomia locale fatta di ingredienti semplici e genuini che trovano nella pasticceria la loro massima espressione a partire dal cannolo che qui, secondo le ricerche storiche, avrebbe avuto origine per continuare con il dolce tipico della tradizione nissena: il rollò una soffice sfoglia arrotolata fatta di pan di spagna al cacao ripiena di ricotta e con al centro un delicato tocco di pasta reale.
Da secoli il nome di Caltanissetta è legato alla produzione del torrone. La bontà delle materie prime, le pregiate mandorle locali raccolte a fine estate, e l’abilità di maestri artigiani hanno dato vita ad una tradizione dolciaria che affonda le radici nell’antichità e si rifà alla kubiat di origine araba, dalla quale ancora oggi nasce la cubbaita nissena un croccante fatto di mandorle, pistacchi e miele.
Mandorle
Una sinfonia perfetta di sapori, una vera goduria di profumi e gusto sintesi suprema delle emozioni e dello stupore regalati da questo angolo di cuore di Sicilia che non si lascia dimenticare. (testo di Giovanna Morreale)